Il galateo del funerale

Il galateo del funerale

Ogni occasione della vita ha le sue norme di galateo, anche quando viene meno una persona cara: un parente, un amico, anche un semplice conoscente. E la prima è la sincerità. Si partecipa ad un lutto o si condivide il dolore per la dipartita di un defunto solo se davvero si è coinvolti.
Non è così comune, ma in certe tradizioni è diffuso l’uso di lasciare ai familiari della persona che ci ha lasciati un bigliettino. In questo caso, non limitatevi ad un freddissimo “condoglianze”, scritto magari su un biglietto da visita.

Bandite frasi di circostanza, ipocrisia e pietismo

La stessa regola vale per chi, appresa la notizia della scomparsa, invia un proprio scritto, che sia un telegramma (che pare passato di moda) o una più moderna email, un messaggio WhatsApp o messenger, un sms. Non siate mai freddi, ma sempre sinceri.
La prima prova della sincerità? L’originalità, il non utilizzo di frasi di circostanza. Partecipare ad un lutto non è una convenzione sociale cui sottostare.

Evitate dunque frasi come “Ci guarda da lassù” o “Ha smesso di soffrire”. Sarebbe una pietà finta ed ipocrita.


E’ fondamentale dimostrare la propria vicinanza anche nei messi successivi

Altra norma di galateo è la vicinanza ai parenti dello scomparso non solo prima, durante o immediatamente dopo le esequie, ma soprattutto a distanza di una settimana, un mese. O addirittura nei mesi successivi. Si sentono troppe parole, che i cari del defunto, addolorati, sentiranno appena, presi dalla sofferenza per il lutto e dalle persone che hanno intorno. Passa qualche giorno, al massimo una settimana. Un mese, nei casi migliori, e si resta soli.

È quello il momento per mostrare davvero la propria vicinanza, lontani dall’emozione del momento. Ed è anche il momento in cui ci si rende davvero conto del lutto e la sofferenza diventa più acuta. La consolazione donata ai parenti del defunto sarà importante per loro, ma sarà anche un atto di affetto per chi non c’è più.


Funerali: come vestirsi?

Nelle regole del "galateo del funerale" non può mancare il riferimento all'abbigliamento. Le esequie sono una cerimonia e la forma occorre anche nella scelta del vestito. L'abito nero è eccessivo. Sono i parenti più stretti a poterlo indossare. Si evitino, però, colori troppo sgargianti o fantasie eccessive e si scelgano abiti consoni al momento, se non dimessi, almeno semplici. Anche l'aspetto esteriore può comunicare la propria partecipazione a quel giorno di dolore.


Telefonini spenti, senza se e senza ma

Sembra poi superfluo, ma è bene ribadirlo. In chiesa, ma anche nei momenti che precedono e seguono il rito, spegnete i telefonini. Tutta la vostra attenzione sia riservata al rito che si sta vivendo. Se non si fa nemmeno questo come si vorrà dimostrare di condividere realmente la sofferenza per la scomparsa del defunto?

Va contro il galateo anche arrivare in ritardo o andar via prima dalla celebrazione. Se proprio non avete tempo cercate l'occasione per incontrare i cari del defunto prima del rito o, al massimo, nei giorni successivi alla sepoltura.
Non è un obbligo, invece, accompagnare la salma al cimitero. Anzi, sarebbe meglio evitare. Il momento è così intimo che andrebbe lasciato all'ambito dei familiari più stretti.