Mario Pantaleone, la qualità dell'uomo a servizio dell'arte pasticcera salernitana

Mario Pantaleone, la qualità dell'uomo a servizio dell'arte pasticcera salernitana

Le zuppette, i babà, le sfogliatelle, le bombe alla fragola. E poi i dolci della tradizione, preparati seguendo con rigore il calendario e le feste: la zeppola di San Giuseppe, la zuppetta, la mont blanc, le chiacchiere e il sanguinaccio a Carnevale, i torroni e i croccanti di nocciole a Natale. Ma soprattutto lei, la scazzetta del cardinale, con la crema, il limone, il pan di spagna, uno strato di glassa alla fragola che la rende simile alla zucchetto di un porporato.

Era questo uno dei dolci che ha reso celebre l'Antica Dolceria, per tutti la Pasticceria Pantaleone, aperta nel 1868 a via dei Mercanti a Salerno, nella Cappella sconsacrata delle Anime del Purgatorio.

La scomparsa nel 150° anniversario dell’apertura della pasticceria storica salernitana

Negli ultimi decenni la Pasticceria aveva avuto un cognome ma soprattutto un nome, quello di Mario, scomparso il 12 dicembre 2018, proprio nell'anno del 150° anniversario dall'apertura, suscitando la commozione di tutta la città di Salerno. Non c'era salernitano che non lo conoscesse, non c'era salernitano che non avesse gustato le sue creazioni così buone da essere un vanto, quasi un marchio da esporre per l'intera città.


Tanti VIP tra i fan delle prelibatezze di Pantaleone

Mario Pantaleone, amico della gente più semplice così come dei "signori", era amato da grandi personaggi che, per le occasioni importanti, ordinavano le sue delizie. Parliamo dei fratelli Eduardo e Peppino De Filippo, di Luciano De Crescenzo, cui lo legava un rapporto di autentica amicizia, di Vittorio Sgarbi, ma anche di Bill Clinton e di Michail Gorbačëv. E finanche Papa Giovanni Paolo II assaporò e apprezzò i dolci di Pantaleone.


L’amore di Mario Pantaleone per la città di Salerno e il suo centro storico e l’attenzione alla qualità delle materie prime

Pantaleone vuol dire Salerno e anche per questo, con una certa fierezza, Mario, insieme alla sua famiglia, non ha mai voluto lasciare il centro cittadino che, per una parte della sua storia, era stato dimenticato.
Ma Pantaleone vuol dire anche qualità e cura nella scelta delle materie prime.

Mario era un grande lavoratore, una persona amabile e generosa, un pasticcere colto con cui era possibile intavolare lunghe discussioni, ma su una questione era davvero intransigente: gli ingredienti dovevano essere assolutamente naturali e di pregio elevato.
Questo gli ha sempre consentito di fare la differenza sia nel campo dei dolci sia in quello dei distillati. Negli anni del boom economico, Pantaleone esponeva infatti le ultime novità scozzesi così come i vini più nobili prodotti in Italia e in Francia.

Una sola parola d'ordine per lui e per la sua arte pasticcera: qualità.