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La famiglia Wenner

La famiglia Wenner

Federico Alberto Wenner, venuto nel 1835 dalla natia San Gallo, ricco di propositi più che di beni in questa valle irrigua fatta per lui cospicua sede di industrie fiorenti, orgoglio e vigore della contrada, mostrò come tenacia ed alacrità di volere e di lavoro siano potenti leve di degna fortuna non invidiata ma benedetta”. Così recita una lapide, che nel 1902, il Comune di Pellezzano volle dedicare a Fiedrich Albert Wenner, origini tedesche, figlio di George Albrecht che, da rappresentante, divenne socio della ditta tessile “Barelocher&Co.” di San Gallo, in Svizzera.

Fu Salerno: Alfredo Ronga, alias “Spic & Span”

Fu Salerno: Alfredo Ronga, alias “Spic & Span”

Lo chiamavano Spic & Span. Così, come un prodotto di pulizia, perché aveva l'abitudine di raccogliere oggetti che gli altri buttavano. Scendeva ogni giorno dal rione Carmine, attraversava il corso e continuava fino al lungomare.
L'aspetto metteva un po' di paura, con il suo cappotto nero sempre addosso, anche in pieno agosto, e quella barba lunga, i capelli arruffati. In realtà non ha mai fatto male a nessuno, anzi era diventato quasi uno di famiglia per tanti salernitani.

Mario Pantaleone, la qualità dell'uomo a servizio dell'arte pasticcera salernitana

Mario Pantaleone, la qualità dell'uomo a servizio dell'arte pasticcera salernitana

Le zuppette, i babà, le sfogliatelle, le bombe alla fragola. E poi i dolci della tradizione, preparati seguendo con rigore il calendario e le feste: la zeppola di San Giuseppe, la zuppetta, la mont blanc, le chiacchiere e il sanguinaccio a Carnevale, i torroni e i croccanti di nocciole a Natale. Ma soprattutto lei, la scazzetta del cardinale, con la crema, il limone, il pan di spagna, uno strato di glassa alla fragola che la rende simile alla zucchetto di un porporato.

Fu Salerno: Renato Casalbore

Fu Salerno: Renato Casalbore

Erano le 17.03 del 4 maggio 1949 quando l'aereo del grande Torino si schiantò contro il muraglione del terrapieno della Basilica di Superga, sulle colline del capoluogo piemontese.
Trentuno le vittime: il capitano Valentino Mazzola e diciassette compagni della squadra che aveva vinto gli ultimi cinque scudetti.

“Runat” il robivecchi del quartiere Torrione, a Salerno

“Runat” il robivecchi del quartiere Torrione, a Salerno

Oggi la rubrica “Fu Salerno” vuole ricordare un personaggio emblematico della città di Salerno: “Donato, il cartonaio” che andava in giro con il suo carretto straripante di cartoni per le vie del quartiere “Torrione” (Foto di Mario Lo Bianco).

La storia di Pietro Barliario tra storia e leggenda

La storia di Pietro Barliario tra storia e leggenda

Pietro Barliario, che in qualche fonte è chiamato Bailardo e in altre Baialardo, era uno studioso di medicina, astrologia e alchimia, la cui esistenza è avvolta nel mistero della leggenda. Di certo visse tra la seconda metà dell’anno 1000 e la prima del 1100, ma se sulla sua esistenza non v’è alcun dubbio, resta il mistero su alcuni punti della sua biografia. Ad esempio non v’è certezza sul fatto che abbia ricoperto una cattedra nella grande Scuola Medica Salernitana, ma di certo fu studioso di medicina ed aveva una certa conoscenza della lingua araba, idioma in cui leggeva con passione libri di magia.

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