La storia di Giacumino che dormiva nelle bare delle pompe funebri

La storia di Giacumino che dormiva nelle bare delle pompe funebri

Francesco D'Acunto, classe 1916, era un personaggio popolarissimo del centro storico di Salerno, che a inizio Novecento era un mondo a parte, abitato da personaggi che sembravano usciti da un romanzo o dalla commedia dell'arte.

In sé avevano un piccolo mondo antico e li si ricorda con nostalgia, testimoni muti di una Salerno genuina, che vive nella memoria e in certe foto in bianco e nero. Foto che parlano. Francesco, che trascorreva fuori di casa gran parte delle sue giornate, era conosciuto da tutti e, come accade a chi diventa quasi uno di famiglia, gli avevano dato il nome di “Giacumino” (e non si sa perché).


Giacumino: la sua aria scanzonata faceva simpatia a tutti

Giacca e contro giacca sdrucita, pantaloni spiegazzati a larghe falde, cappotto aperto e più largo del dovuto, scarpe grosse. Giacumino sembrava lo spettatore di un'opera lirica data al Teatro Verdi, solo un po' “spiegazzato”.
L'aria di chi cercava la gioia della vita in un bicchiere di rosso, prodotto magari in un vitigno della Costiera o della fertile Piana del Sele. Era un assiduo frequentatore delle numerose osterie del quartiere, soprattutto a via Botteghelle, una delle tante vie ricca di cantine, pasticcerie e trattorie, prime antenate della futura movida


La stramba abitudine di dormire nei feretri

Quando il vino faceva il suo effetto e, dopo un iniziale brio, gli procurava una sonnolenza che fiaccava le forze, Giacumino ciondolava in un posto che gli era diventato caro. L'avevo eletto a proprio angolo di pace. Proprio di fronte alla chiesa barocca di San Giorgio, forse la più bella tra quelle salernitane, a due passi dalla stazione dei Carabinieri, vi era un arco sotto al quale erano depositate le bare di una vicina agenzia di pompe funebri (nel contesto del centro storico sembrava un'opera d'arte a cielo aperto).
Quale posto migliore per dare requie al proprio sonno? Giacumino si coricava allora in uno dei comodi feretri a disposizione e qui si lasciava abbracciare da Morfeo per lunghe e ristoranti dormite.